mercoledì 24 maggio 2017

Legno tra passato e futuro

Fin dagli albori della civiltà, il legno ha sempre
avuto un ruolo di primaria importanza ed è sempre
stato ritenuto una risorsa fondamentale per il
sostentamento delle attività umane.
Carpenteria per le costruzioni, falegnameria per
l’arredo, produzione di carta, nautica, strumentistica
musicale, sono solo le maggiori e più note
attività antropiche in cui il legno è sempre stato
considerato la materia prima per antonomasia.
Grazie alla notevole disponibilità e facilità di reperimento,
soprattutto in certi paesi del nord Europa
dove si è sviluppata una vera e propria “cultura
del legno”, alla sua economicità ed alla sua flessibilità
e velocità d’uso, il legno ha contribuito in
modo tangibile allo sviluppo della civiltà umana.
Il legno è stato il protagonista di un cambiamento
rivoluzionario nella tecnica costruttiva, fin dall’inizio
del 1800 (con strutture a telaio di cui parleremo
più avanti). È stato il motore del repentino sviluppo
degli insediamenti umani nel nord America e
nel nord Europa ed è ancora oggi una modalità
costruttiva tra le più sfruttate in queste aree geografiche.
Anche nel nostro paese nell’ultimo
decennio, la cultura del legno sta ritornando ad
avere una notevole attenzione dopo un periodo
storico in cui gli altri materiali da costruzione,
laterizio, cemento e acciaio, hanno recitato un
ruolo da protagonista relegando il legno ad una
parte secondaria più legata ad interventi di finitura
aventi funzioni estetico-decorative.
La sempre maggiore sensibilità degli acquirenti
e dei progettisti verso costruzioni a basso impatto
ambientale e gli eventi catastrofici dovuti
ai terremoti degli ultimi anni (in particolare quello
di l’Aquila del 2009 e quello dell’Emilia del 2012),
hanno portato le strutture in legno ad una nuova
primavera, grazie alle loro notevoli capacità di
resistenza al sisma e la loro sbalorditiva velocità
di esecuzione rispetto alle costruzioni di edifici
tradizionali in muratura. Le costruzioni in legno
godono di una serie di prerogative che le rendono
assolutamente idonee per l’edificazione in zone
considerate ad alto rischio sismico, leggerezza,
grande elasticità e ottime caratteristiche fisicomeccaniche,
lo rendono, assieme all’acciaio, il
materiale “Principe” delle costruzioni parzialmente
prefabbricate. Anche sotto l’aspetto dell’impatto
ambientale, il legno è ritenuto una delle migliori
soluzioni a disposizione dei progettisti grazie alla
sua rinnovabilità e totale riciclabilità.
A fianco di questa moltitudine di aspetti estremamente
positivi è doveroso anche considerare
quali siano le prerogative negative di questo materiale.
Il legno è un materiale isotropo, cioè varie le proprie
caratteristiche fisico-meccaniche in base alla
direzione della sollecitazione a cui viene sottoposto
e va quindi attentamente progettato sfruttando
al meglio le sue caratteristiche; è igroscopico,
assorbe cioè l’umidità e, se non preventivamente
considerato e trattato, questo è un problema
che può rendere critico il comportamento di un
edifici in legno; per finire il legno è attaccabile
dalle muffe, dai funghi e dagli insetti e la sua funzionalità
può essere influenzata da difetti quali
nodi o fessurazioni che possono portare il legno a
perdere di compattezza ed integrità diventando di
conseguenza una potenziale causa di cedimenti
strutturali improvvisi.
L’avvento di nuove modalità di sfruttamento del
legno inteso come elemento strutturale, ha in
parte risolto i problemi sopra esposti, le nuove
modalità d’uso del legno massiccio e la tecnica
dell’incollaggio (attraverso collanti poliuretanici rispondenti
a precise normative ed obblighi riguardante
il tenore di emissione di formaldeide, come
la EN 15425) a lamelle incrociate, notoriamente
conosciuta come X-LAM o CROSS-LAM, hanno
portato una notevole innovazione nelle costruzioni
in legno ed hanno contribuito a nobilitare
l’immagine del legno che è passato da modalità
costruttiva adatta a ville monofamiliari e bifamiliari
ad uno massimo due piani, ad una nuova percezione,
introducendo anche nel nostro paese,
il “germe” della cultura delle costruzioni in legno
anche per edifici a più piani e per sedi aziendali di
grandi dimensioni.
Sotto il profilo legislativo e normativo sono state
introdotte a livello nazionale, delle interessanti
novità che riguardano il mondo delle costruzioni
in legno; con il nuovo aggiornamento normativo,
oggi è infatti possibile progettare e costruire edifici
interamente in legno senza sottostare al limite di
altezza massima di 4 piani e senza dover procedere
alla validazione obbligatoria del progetto da
parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici,
come accadeva nel passato; il Decreto Ministeriale
del 14 gennaio 2008, “Norme tecniche per
le costruzioni”, il DPR n. 380 del 2001 e l’obbligo
di marcatura CE (secondo la Norma EN 14080
relativa al legno lamellare), hanno infine chiaramente
indicato e stabilito quali siano le figure
professionali e le responsabilità di chi opera nelle
costruzioni in legno, rendendo il processo di produzione,
progettazione ed edificazione, scandito
da precise direttive ed obblighi che interessano
l’intera filiera del legno.
A livello di capacità produttive l’Italia, al momento
solo in linea teorica, è in grado di produrre quantità
di materia prima in linea con i maggiori paesi
produttori, quali Austria e Germania, ed è in grado
di offrire qualità di legno adatte sia al mondo delle
costruzioni che a quello dell’arredamento o dei
semilavorati; abete bianco, abete rosso, castagno,
rovere e larice, oltre a pioppo e faggio, sono
qualità che se introdotte sul mercato quali materie
prime, riuscirebbero a fornire un fatturato potenziale
almeno confrontabile a quello dell’Austria,
che attualmente, nonostante una superficie decisamente
inferiore, è in grado di produrre fatturati
che si avvicinano a 5 miliardi di euro con due sole
qualità arboree, abete bianco e rosso, fatturati di
circa 5 volte superiori ai nostri.
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